RAZIONALE
La cannabis continua ad essere la droga più utilizzata in tutto il mondo, con dati in incremento per la prevalenza di consumo, le richieste di presa in carico ai Servizi per le Dipendenze e gli accessi in ospedale cannabis-correlati. Due elementi che si accompagnano all’incremento del consumo sono la riduzione dei prezzi di vendita e l’incremento delle concentrazioni di THC sia nella marijuana che nella resina, il che ha portato a coniare il termine di “cannabis ad elevata potenza”. Quando si parla di cannabis è quindi necessario tenere presente che attualmente il mercato, sia legale ove presente che illecito, offre prodotti estremamente eterogenei per quanto riguarda concentrazioni di principio attivo e modalità di assunzione. Crescente popolarità stanno ad esempio assumendo i concentrati di cannabis, disponibili in consistenze e composizioni diverse ma generalmente contenenti elevate concentrazioni di THC, anche fino all’80%. Tali prodotti vengono consumati tramite il dabbing, un fenomeno emergente in tutto il mondo e a riguardo del quale esiste ancora una notevole confusione in merito ai rischi acuti e cronici. Altro fenomeno emergente è il vaping (consumo di cannabis tramite sigarette elettroniche o dispositivi simili), che sta cambiando completamente il panorama dell'uso di sostanze da parte degli adolescenti diventando un pressante problema di salute pubblica. Parallelamente all’incremento del consumo, agenzie come l’OMS e l’OEDT segnalano una riduzione della percezione del rischio relativo alla cannabis, il cui utilizzo tende ad essere considerato meno dannoso di quello del tabacco. La domanda a cui sarà necessario rispondere nel prossimo futuro è se l’incremento del consumo, la ridotta percezione del rischio correlato e la diffusione di prodotti ad elevata potenza si tradurranno in un incremento nella prevalenza del Disturbo da Uso di Cannabis (DUC), patologia ad eziologia multifattoriale per la quale, nonostante negli anni sia stata sperimentata l'efficacia di numerose molecole, allo stato attuale non esiste alcun farmaco approvato per il trattamento dell’astinenza e del craving. Gli approcci psicoterapeutici come la terapia di potenziamento motivazionale e la terapia cognitivo-comportamentale, nonostante siano raramente applicabili all’interno dei Servizi per le Dipendenze, rimangono il trattamento la prima scelta. La dinamicità del fenomeno impone ai ricercatori e agli operatori del settore l’adozione di nuovi approcci di ricerca, l’individuazione delle traiettorie psico-patologiche del consumo, del target di trattamento e di nuove modalità di presa in carico, parallelamente a misure di riduzione del danno che rivestano il ruolo di elementi protettivi verso lo sviluppo del DUC e le ricadute sanitarie del consumo.